Il 2020 si è aperto con un nuovo importante progetto di tipo sanitario in collaborazione con una ONG padovana (CUAMM) specializzata in salute materno infantile e già presente in Etiopia da molti anni.
Il Progetto è finalizzato a migliorare l’assistenza medica e le cure soprattutto materno/infantili nel villaggio di Darwonaji, in Etiopia orientale al confine con la Somalia (Somali Region). Il villaggio di 35000 abitanti ha un piccolo presidio medico che è l’unico riferimento sanitario per un’area molto estesa in cui vivono circa 200’000 persone.
Darwonaji si trova in una zona estremamente arida, difficilmente accessibile e quasi del tutto priva di infrastrutture (non ci sono strade asfaltate, l’energia elettrica è erogata molto saltuariamente e non c’è nessuna struttura ospedaliera). Il presidio sanitario presente nel villaggio fornisce cure di base (dispensario medicinali, piccolo reparto degenze e maternità e area per le malattie infettive), non ha un allaccio all’acqua e l’elettricità è sporadica. Nonostante questo, resta l’unico riferimento sanitario in un territorio molto vasto.
Obiettivo di questo progetto è realizzare alcuni lavori infrastrutturali nel centro (per gestire correttamente i rifiuti medici e biologici), portare acqua corrente, che oggi arriva da un pozzo profondo al villaggio ma non al centro medico, e acquistare un generatore per garantire la presenza di energia elettrica 24 ore su 24, elemento essenziale qualora si verifichino emergenze o parti durante la notte. Verranno inoltre garantiti gli equipaggiamenti di base in sala parto e maternità, nonché uno stock di farmaci essenziali a cui fare riferimento nei casi di emergenza. Sarà inoltre organizzato per un anno un servizio di Clinica Mobile, su fuoristrada (unico mezzo possibile per muoversi nella zona) che bisettimanalmente andrà con personale infermieristico nei villaggi per fornire servizi di base alla popolazione più distante dalla struttura e identificherà i casi più complicati da portare al presidio medico. Valore aggiunto significativo sta inoltre nell’inviare una figura locale di alta formazione che per un anno dirigerà la struttura migliorando e ampliando le prestazioni fornite; verrà inoltre accresciuta la formazione del personale sanitario locale con corsi specifici per ostetriche e con l’invio di medici italiani per trasferire know how e buone pratiche.